martedì 29 dicembre 2009

Vita dedicata al recupero dati...


SOS dati????Non sai più cosa fare??Hai perso anni di ricordi fatti di foto, mail, progetti, viaggi???
In Italia sono molte le aziende che offrono un servizio di recupero dati....ma siamo sicuri davvero che siano aziende professionali di recupero dati???O semplicemente si servono di laboratori esterni???
Il mio personale consiglio è quello di affidarsi ad aziende serie, che possiedano una clean room propria e che abbiano esperienza nel campo....perchè cadere nelle mani sbagliate significa a volte perdere per sempre la possibilità di riavere i propri dati...
Riconosci il marchio!Una vera azienda ha sempre un marchio riconoscibile.
Se posso permettermi Vi indico qui un marchio riconosciuto e apprezzato in tutta Italia, simbolo di professionalità ed onestà, un'azienda giovane che lavora con passione per Voi.....

lunedì 28 dicembre 2009

Recuperare file cancellati

Per poter recuperare i file da un hard disk formattato bisogna vedere quale tipo di formattazione è stata effettuata all' hard disk, esistono due tipologie di formattazione :

  • Formattazione veloce
  • Formattazione completa

Per quanto riguarda la formattazione completa, i file presenti sull'hard disk vengono completamente distrutti e quindi non recuperabili.

Per quanto riguarda la formattazione rapida, il sistema non distrugge difinitivamente i dati presenti nell' hard disk quindi sarà possibile recuperare i dati formattati.


Se il problema non si risolve con i vari programmi per il recupero dei file vi consigliamo di scegliere un'azienda di recupero dati seria. Qui di seguito Vi consigliamo due delle più serie e più professionali sul territorio nazionale:

lunedì 14 dicembre 2009

Sistema Raid 1

I sistemi Raid 1 sfruttano la tecnologia mirroring per il salvataggio dei dati senza interruzioni. “Mirror” significa semplicemente che il disco 2 replica il disco 1; oppure che i dischi 3 e 4 replicano i dischi 1 e 2.
A prescindere dalla configurazione del drive, ciò che conta è che i dati presenti su un disco o su una partizione, vengono totalmente replicati. Il sistema Raid 1, ha capacità massima pari a quella del drive più piccolo presente nel sistema stesso. Idealmente è formato da due dischi e la sua affidabilità aumenta di due volte rispetto ad un disco singolo. Dato che ogni drive può essere gestito singolarmente nel caso uno degli altri si guasti, l’affidabilità cresce proporzionalemente al numero di drive utilizzati.
Il sistema Raid 1 aumenta anche le prestazioni in lettura, visto che molte configurazioni permettono di leggere da un’unita mentre l’altra è occupata.
La perdita dei dati nei sistemi Raid-1 avviene solo in caso tutte le unità presenti nel sistema si danneggino, caso comune in caso di urto, caduta o shock elettronico.
In questi casi il recupero dati è possibile all’80%.

Recuperare file cancellati dal cestino!!


Per questioni di spazio o anche per i piccoli errori cancelliamo dei file , che invece successimente nel corso del tempo ci possono ritornare utili. Idea comune è quella di dire che una volta rimossi dal cestino questi file sono impossibili da recuperare. Anche io fino a qualche tempo fa la pensavo cosi , e non mi sono mai prodigato per riuscire a recuperare file rimossi dal cestino : consideravo quest ultimo come l’ ultima tappa che ogni file percorreva prima di essere definitivamente cancellato. Ma invece , vorrei condividere con voi la verità reale : i file anche dopo la loro rimozione dal cestino sono ancora recuperabili , poichè non vengono completamente rimossi dal computer stesso. Va però detto che non tutti i file sono recuperabili : infatti , i file o dati , sono irrecuperabili se sono stati sovrascritti ( nell’ ipotesi contraria questi file rimangono ancora recuperabili ). Per un recupero efficace e sicuro è inoltre indispensabile un buon computer , senza virus , deframmentato molto spesso.

venerdì 11 dicembre 2009

Sistema Raid 0


Il sistema Raid 0, che molti non considerano in realtà un sistema RAID, poichè non prevede ridondanza dei dati, necessita di minimo 2 dischi ed utilizza un’operazione detta di striping per velocizzare la equa distribuzione dei dati sui vari dischi visti dal sistema operativo come un unica unità. Solitamente questo lo si raggiunge attraverso dei controllers hardware.
Mentre in un disco singolo ogni blocco, per esempio di 256kb, deve essere scritto interamente da un solo drive, il sistema Raid 0 può scrivere blocchi di 128kb o di 64kb ciascuno su due o quattro dischi, offrendo performance I/O migliori. Performance che possono essere migliorate utilizzando più controllers dischi.
In ogni “stripe” RAID-0 i dischi devono essere della stessa dimensione, poichè le chiamate I/O sono alternate per scrivere e leggere sui vari dischi in parallelo.L’affidabilità di un sistema Raid-0 è pari all’affidabilità media dei drive diviso per il numero di dischi utilizzati. Quindi l’affidabilità di questo sistema è davvero molto bassa.Il fallimento di una sola unità rende il sistema RAID-0 non funzionante ed i dati inaccessibili.
Le più affidabili aziende di recupero dati sono in grado di risolvere l’80% dei casi di perdita dati da sistemi Raid-0.
Qualora una delle unità di un sistema Raid-0 dovesse danneggiarsi irriparabilmente, il recupero dati da questo tipo di sistema è purtroppo impossibile.

mercoledì 9 dicembre 2009

Recupero Dati Sistemi raid


I sistemi Raid (Redundant Array of Independent Disks) brevettati per la prima volta da IBM nel 1978, sono un sistema informatico che utilizza un insieme di dischi rigidi per condividere o replicare i dati.
L´obiettivo di questi sistemi e quello di migliorare la prestazione in termini di velocità, l´integrità e la sicurezza dei dati rispetto ad un singolo disco rigido.
Nella sua configurazione più semplice, un sistema Raid permette di configurare un insieme di drive in modo che siano visti come un unica unità logica dal sistema operativo
Anche i RAID però sono soggetti ad errori logici e danni fisici essendo anch´essi composti da hard disk drive.

Esistono diverse tipologie di Raid:

  • Raid 0
  • Raid 1
  • Raid 2
  • Raid 3
  • Raid 4
  • Raid 5
  • Raid 6
  • Raid 7
  • Raid 10 (1+0)
  • Raid 15 (1+5)

Il processo di recupero dati su sistemi raid è di natura notevolemente complessa....di seguito qualche informazione in più....


L'hard disk più piccolo del mondo...diffcile pensare di intraprendere un recupero dati su un disco così...

Recupero Dati Raid


Un Redundant Array of Independent Disks ("insieme ridondante di dischi indipendenti", RAID) è un sistema informatico che usa un insieme di dischi rigidi per condividere o replicare le informazioni.

I benefici del RAID sono di aumentare l'integrità dei dati, la tolleranza ai guasti e/o le prestazioni, rispetto all'uso di un disco singolo.
Nel suo livello più semplice, il sistema RAID permette di combinare un insieme di dischi in una sola unità logica.

In questo modo il sistema operativo, invece di vedere differenti dischi, ne vede solamente uno.
Il RAID è tipicamente usato nei server, e di solito è implementato con dischi di identica capacità.
Con il calo del costo dei dischi rigidi e con il diffondersi della tecnologia RAID nei chipset delle schede madri, il RAID è spesso offerto come opzione sia sui computer di fascia alta sia su quelli usati da utenti domestici, specialmente se dedicati a compiti che richiedono un grande immagazzinamento di dati, come il montaggio audio/video.

martedì 1 dicembre 2009

Small Computer System Interface


Lo SCSI (acronimo di Small Computer System Interface) è un’interfaccia standard progettata per realizzare il trasferimento di dati fra diversi dispositivi interni di un computer (detti devices) collegati fra di loro tramite un bus. SCSI dovrebbe essere pronunciato usando lo spelling anglosassone (es si es ai, simile alla pronuncia del nome del telefilm CSI), ma per una pratica diffusa quanto erronea, viene spesso italianizzato come scasi.

Per collegare un computer ad un host, il bus di collegamento ha bisogno di un host adapter SCSI che gestisce il trasferimento dei dati sul bus stesso. La periferica deve disporre di un controller SCSI, che è solitamente incorporato in tutte le periferiche, ad eccezione di quelle di più vecchia concezione. L’interfaccia SCSI viene per lo più usata per la comunicazione con unità hard disk e unità nastro di memorizzazione di massa, ma anche per connettere una vasta gamma di dispositivi, come scanner d’immagini, lettori e scrittori di CD (CD-R e CD-RW), lettori DVD. In effetti lo standard SCSI è stato ideato per favorire l’intercambiabiltà e la compatibilità dei dispositivi (tutti, almeno in teoria). Esistono anche stampanti SCSI.

In passato l’interfaccia SCSI era molto diffusa in ogni tipologia di computer, mentre attualmente trova un vasto impiego solamente in workstation, server e periferiche di fascia alta (cioè con elevate prestazioni). I computer desktop e poratili sono invece di solito equipaggiati con l’interfaccia ATA/IDE (acronimi rispettivamente di Advanced Technology Attachment e Integrated Drive Electronics) per gli hard disk e con l’interfaccia USB (Universal Serial Bus) per altre periferiche di uso comune. Queste ultime interfacce sono più lente della SCSI, ma anche più economiche. Notare che l’USB utilizza lo stesso set di comandi dello SCSI per implementare alcune delle sue funzionalità.

Principi fisici di registrazione magnetica

La memorizzazione dell’ informazione sulla superficie del supporto ferromagnetico consiste sostanzialmente nel trasferimento di un determinato verso alla magnetizzazione di un certo numero di domini di Weiss.
Il numero di domini di Weiss che costituiscono un singolo Bit moltiplicato per la loro estensione superficiale media, rapportato alla superficie di archiviazione disponibile, fornisce la densità d’ informazione (bit al pollice quadro).
Quindi stipare una maggiore quantità di dati sullo stesso disco richiede la riduzione del numero di domini che concorrono alla definizione di un singolo bit e/o la riduzione dell’ area di un singolo dominio magnetico.
L’ evoluzione continua della tecnologia dei dischi rigidi ci ha portati ormai vicino al limite inferiore tollerabile: quando infatti il numero di domini che definiscono un singolo bit si è avvicinato all’ unità e la loro area è dell’ ordine di pochi nanometri quadri, l’ energia termica del sistema è diventata ormai paragonabile all’ energia magnetica ed è sufficiente un tempo brevissimo a far invertire il verso della magnetizzazione del dominio (trattasi di una fluttuazione) e perdere in questo modo l’ informazione contenuta.

La lettura dell’ informazione magnetica in passato veniva affidata a testine induttive, avvolgimenti di rame miniaturizzati in grado di rilevare la variazione del flusso del campo magnetico statico al transitare della testina tra un bit ed il successivo, secondo il principio di induzione magnetica.
L’ evoluzione che la spintronica ha portato nelle case di tutti sono state le testine magnetoresistive, basate su un dispositivo, la spin-valve, in grado di variare resistenza al mutare dell’ intensità del campo magnetico.
Il vantaggio dato da queste testine risiede nella loro sensibilità, migliore rispetto alle vecchie testine induttive, e nella loro dimensione ridottissima, cosa che consente di seguire il passo delle evoluzioni verso il nanometro per quanto riguarda l’ area di un singolo bit. Infine, il prossimo futuro vedrà protagoniste della scena le testine di lettura basate sulle magnetic tunneling junction, MTJ.