sabato 8 ottobre 2011

Un saluto a chi ha cambiato il mondo della tecnologia...


Anche per chi non ha a che fare con la tecnologia e i computer, il nome di Steve Jobs ha un significato. Per chiunque, è difficile non essersi imbattuti almeno una volta in uno dei prodotti della sua azienda, o in una delle tante copie più o meno riuscite. Il nome di Jobs spicca tra quello dei pionieri dell'era digitale ed è tra i protagonisti assoluti dell'industria contemporanea, e quindi dell'economia del nuovo millennio.

Jobs era malato di un tumore al pancreas che per anni lo ha tormentato e lentamente consumato. La malattia non gli ha però impedito di continuare a esercitare la sua straordinaria leadership e genialità e lo ha portato negli anni a reinventare le industrie dei computer (con il Mac), della musica (con l'iPod) e della telefonia (con l'iPhone). Rivoluzionando la vita di milioni di persone.

Cordoglio in tutto il mondo, dai grandi della terra, ai comuni cittadini per il visionario della Silicon Valley e pioniere di nuove tecnologie. Fiori e candele dei fan davanti ai negozi Apple di tutto il mondo e lacrime virtuali sul web.

L'annuncio della morte è arrivato nella notte con uno stringatissimo comunicato del gruppo californiano. Ma in contemporanea sul sito appare una foto in bianco e nero di Jobs con la data di nascita e quella della morte. A seguire un messaggio: «Apple perde un genio creativo e visionario, e il mondo ha perso un formidabile essere umano».

«Quelli di noi che hanno avuto la fortuna di conoscerlo abbastanza e di lavorare con lui - si legge - hanno perso un caro amico e un mentore ispiratore. Steve lascia una società che solo lui avrebbe potuto costruire e il suo spirito sarà sempre il fondamento di Apple».

A prendere in mano le redini dell'azienda è stato già da tempo Tim Cook. Ma Jobs lascia un vuoto incolmabile tra i suoi collaboratori, come tra i milioni di fan. Ora tutti, soprattutto i più giovani, lo conoscono come l'inventore dell'iPad, della tavoletta magica. Ma fu lui che nel 1977 - dopo aver creato la Apple insieme all'amico Steve Wozniak - lanciò il primo personal computer della storia. La marcia era appena cominciata. Lasciò la Apple nel 1985, in polemica con l'amministratore delegato da lui stesso nominato. Quando fu richiamato nel 1996 l'azienda di Cupertino era in profonda crisi, e Jobs in quindici anni l'ha trasformata in una delle società più ricche del pianeta.

Nel 2007 la rivista Fortune lo ha indicato come l'uomo d'affari più potente del mondo: il suo rivale di sempre, il fondatore di Microsoft Bill Gates, finì solo sesto. Nel 2010 - quando già la malattia lo aveva allontanato da ogni ruolo operativo in Apple - il Financial Times ha eletto Jobs uomo dell'anno, riconoscendo la sua capacità di riportare in vetta un'azienda raccolta sull'orlo del fallimento.

Con l'iPhone e l'iPad ha realizzato il suo sogno del "piccolo schermo", di un mondo al di là del computer e senza Windows. Non a caso il sorpasso sulla rivale Microsoft per valore di mercato è oramai da tempo compiuto. Sempre il Financial Times lo definì «la prima rock star dell'industria high-tech» per la sua abitudine - oramai copiata da tutti - di presentare ai suoi fan tutte le novità della casa dal palco di un teatro. Ma anche per aver portato Apple in Borsa a soli 25 anni: prima di quanto non abbia fatto Mark Zuckerberg con Facebook.

Qualcuno lo ha descritto come un tiranno con collaboratori e dipendenti. Ma la verità - spiega la maggior parte degli osservatori - è che in un momento di grande crisi economica e occupazionale in America, Jobs, a differenza di tutti gli altri grandi capi d'azienda, ha continuato a creare posti di lavoro. E chissà se ora la Apple continuerà a correre e a inventare malgrado la morte del suo genio.

Noi tutti, impegnati ogni giorno nel ramo della tecnologia e dell'informatica non possiamo che ringraziarlo per aver cambiato il mondo...e personalmente per averci regalato il sogno dell'innovazione...
Noi di Recovery Italia ti salutiamo con affetto Steve, perchè senza di te non saremmo quello che oggi siamo...