martedì 29 dicembre 2009

Vita dedicata al recupero dati...


SOS dati????Non sai più cosa fare??Hai perso anni di ricordi fatti di foto, mail, progetti, viaggi???
In Italia sono molte le aziende che offrono un servizio di recupero dati....ma siamo sicuri davvero che siano aziende professionali di recupero dati???O semplicemente si servono di laboratori esterni???
Il mio personale consiglio è quello di affidarsi ad aziende serie, che possiedano una clean room propria e che abbiano esperienza nel campo....perchè cadere nelle mani sbagliate significa a volte perdere per sempre la possibilità di riavere i propri dati...
Riconosci il marchio!Una vera azienda ha sempre un marchio riconoscibile.
Se posso permettermi Vi indico qui un marchio riconosciuto e apprezzato in tutta Italia, simbolo di professionalità ed onestà, un'azienda giovane che lavora con passione per Voi.....

lunedì 28 dicembre 2009

Recuperare file cancellati

Per poter recuperare i file da un hard disk formattato bisogna vedere quale tipo di formattazione è stata effettuata all' hard disk, esistono due tipologie di formattazione :

  • Formattazione veloce
  • Formattazione completa

Per quanto riguarda la formattazione completa, i file presenti sull'hard disk vengono completamente distrutti e quindi non recuperabili.

Per quanto riguarda la formattazione rapida, il sistema non distrugge difinitivamente i dati presenti nell' hard disk quindi sarà possibile recuperare i dati formattati.


Se il problema non si risolve con i vari programmi per il recupero dei file vi consigliamo di scegliere un'azienda di recupero dati seria. Qui di seguito Vi consigliamo due delle più serie e più professionali sul territorio nazionale:

lunedì 14 dicembre 2009

Sistema Raid 1

I sistemi Raid 1 sfruttano la tecnologia mirroring per il salvataggio dei dati senza interruzioni. “Mirror” significa semplicemente che il disco 2 replica il disco 1; oppure che i dischi 3 e 4 replicano i dischi 1 e 2.
A prescindere dalla configurazione del drive, ciò che conta è che i dati presenti su un disco o su una partizione, vengono totalmente replicati. Il sistema Raid 1, ha capacità massima pari a quella del drive più piccolo presente nel sistema stesso. Idealmente è formato da due dischi e la sua affidabilità aumenta di due volte rispetto ad un disco singolo. Dato che ogni drive può essere gestito singolarmente nel caso uno degli altri si guasti, l’affidabilità cresce proporzionalemente al numero di drive utilizzati.
Il sistema Raid 1 aumenta anche le prestazioni in lettura, visto che molte configurazioni permettono di leggere da un’unita mentre l’altra è occupata.
La perdita dei dati nei sistemi Raid-1 avviene solo in caso tutte le unità presenti nel sistema si danneggino, caso comune in caso di urto, caduta o shock elettronico.
In questi casi il recupero dati è possibile all’80%.

Recuperare file cancellati dal cestino!!


Per questioni di spazio o anche per i piccoli errori cancelliamo dei file , che invece successimente nel corso del tempo ci possono ritornare utili. Idea comune è quella di dire che una volta rimossi dal cestino questi file sono impossibili da recuperare. Anche io fino a qualche tempo fa la pensavo cosi , e non mi sono mai prodigato per riuscire a recuperare file rimossi dal cestino : consideravo quest ultimo come l’ ultima tappa che ogni file percorreva prima di essere definitivamente cancellato. Ma invece , vorrei condividere con voi la verità reale : i file anche dopo la loro rimozione dal cestino sono ancora recuperabili , poichè non vengono completamente rimossi dal computer stesso. Va però detto che non tutti i file sono recuperabili : infatti , i file o dati , sono irrecuperabili se sono stati sovrascritti ( nell’ ipotesi contraria questi file rimangono ancora recuperabili ). Per un recupero efficace e sicuro è inoltre indispensabile un buon computer , senza virus , deframmentato molto spesso.

venerdì 11 dicembre 2009

Sistema Raid 0


Il sistema Raid 0, che molti non considerano in realtà un sistema RAID, poichè non prevede ridondanza dei dati, necessita di minimo 2 dischi ed utilizza un’operazione detta di striping per velocizzare la equa distribuzione dei dati sui vari dischi visti dal sistema operativo come un unica unità. Solitamente questo lo si raggiunge attraverso dei controllers hardware.
Mentre in un disco singolo ogni blocco, per esempio di 256kb, deve essere scritto interamente da un solo drive, il sistema Raid 0 può scrivere blocchi di 128kb o di 64kb ciascuno su due o quattro dischi, offrendo performance I/O migliori. Performance che possono essere migliorate utilizzando più controllers dischi.
In ogni “stripe” RAID-0 i dischi devono essere della stessa dimensione, poichè le chiamate I/O sono alternate per scrivere e leggere sui vari dischi in parallelo.L’affidabilità di un sistema Raid-0 è pari all’affidabilità media dei drive diviso per il numero di dischi utilizzati. Quindi l’affidabilità di questo sistema è davvero molto bassa.Il fallimento di una sola unità rende il sistema RAID-0 non funzionante ed i dati inaccessibili.
Le più affidabili aziende di recupero dati sono in grado di risolvere l’80% dei casi di perdita dati da sistemi Raid-0.
Qualora una delle unità di un sistema Raid-0 dovesse danneggiarsi irriparabilmente, il recupero dati da questo tipo di sistema è purtroppo impossibile.

mercoledì 9 dicembre 2009

Recupero Dati Sistemi raid


I sistemi Raid (Redundant Array of Independent Disks) brevettati per la prima volta da IBM nel 1978, sono un sistema informatico che utilizza un insieme di dischi rigidi per condividere o replicare i dati.
L´obiettivo di questi sistemi e quello di migliorare la prestazione in termini di velocità, l´integrità e la sicurezza dei dati rispetto ad un singolo disco rigido.
Nella sua configurazione più semplice, un sistema Raid permette di configurare un insieme di drive in modo che siano visti come un unica unità logica dal sistema operativo
Anche i RAID però sono soggetti ad errori logici e danni fisici essendo anch´essi composti da hard disk drive.

Esistono diverse tipologie di Raid:

  • Raid 0
  • Raid 1
  • Raid 2
  • Raid 3
  • Raid 4
  • Raid 5
  • Raid 6
  • Raid 7
  • Raid 10 (1+0)
  • Raid 15 (1+5)

Il processo di recupero dati su sistemi raid è di natura notevolemente complessa....di seguito qualche informazione in più....


L'hard disk più piccolo del mondo...diffcile pensare di intraprendere un recupero dati su un disco così...

Recupero Dati Raid


Un Redundant Array of Independent Disks ("insieme ridondante di dischi indipendenti", RAID) è un sistema informatico che usa un insieme di dischi rigidi per condividere o replicare le informazioni.

I benefici del RAID sono di aumentare l'integrità dei dati, la tolleranza ai guasti e/o le prestazioni, rispetto all'uso di un disco singolo.
Nel suo livello più semplice, il sistema RAID permette di combinare un insieme di dischi in una sola unità logica.

In questo modo il sistema operativo, invece di vedere differenti dischi, ne vede solamente uno.
Il RAID è tipicamente usato nei server, e di solito è implementato con dischi di identica capacità.
Con il calo del costo dei dischi rigidi e con il diffondersi della tecnologia RAID nei chipset delle schede madri, il RAID è spesso offerto come opzione sia sui computer di fascia alta sia su quelli usati da utenti domestici, specialmente se dedicati a compiti che richiedono un grande immagazzinamento di dati, come il montaggio audio/video.

martedì 1 dicembre 2009

Small Computer System Interface


Lo SCSI (acronimo di Small Computer System Interface) è un’interfaccia standard progettata per realizzare il trasferimento di dati fra diversi dispositivi interni di un computer (detti devices) collegati fra di loro tramite un bus. SCSI dovrebbe essere pronunciato usando lo spelling anglosassone (es si es ai, simile alla pronuncia del nome del telefilm CSI), ma per una pratica diffusa quanto erronea, viene spesso italianizzato come scasi.

Per collegare un computer ad un host, il bus di collegamento ha bisogno di un host adapter SCSI che gestisce il trasferimento dei dati sul bus stesso. La periferica deve disporre di un controller SCSI, che è solitamente incorporato in tutte le periferiche, ad eccezione di quelle di più vecchia concezione. L’interfaccia SCSI viene per lo più usata per la comunicazione con unità hard disk e unità nastro di memorizzazione di massa, ma anche per connettere una vasta gamma di dispositivi, come scanner d’immagini, lettori e scrittori di CD (CD-R e CD-RW), lettori DVD. In effetti lo standard SCSI è stato ideato per favorire l’intercambiabiltà e la compatibilità dei dispositivi (tutti, almeno in teoria). Esistono anche stampanti SCSI.

In passato l’interfaccia SCSI era molto diffusa in ogni tipologia di computer, mentre attualmente trova un vasto impiego solamente in workstation, server e periferiche di fascia alta (cioè con elevate prestazioni). I computer desktop e poratili sono invece di solito equipaggiati con l’interfaccia ATA/IDE (acronimi rispettivamente di Advanced Technology Attachment e Integrated Drive Electronics) per gli hard disk e con l’interfaccia USB (Universal Serial Bus) per altre periferiche di uso comune. Queste ultime interfacce sono più lente della SCSI, ma anche più economiche. Notare che l’USB utilizza lo stesso set di comandi dello SCSI per implementare alcune delle sue funzionalità.

Principi fisici di registrazione magnetica

La memorizzazione dell’ informazione sulla superficie del supporto ferromagnetico consiste sostanzialmente nel trasferimento di un determinato verso alla magnetizzazione di un certo numero di domini di Weiss.
Il numero di domini di Weiss che costituiscono un singolo Bit moltiplicato per la loro estensione superficiale media, rapportato alla superficie di archiviazione disponibile, fornisce la densità d’ informazione (bit al pollice quadro).
Quindi stipare una maggiore quantità di dati sullo stesso disco richiede la riduzione del numero di domini che concorrono alla definizione di un singolo bit e/o la riduzione dell’ area di un singolo dominio magnetico.
L’ evoluzione continua della tecnologia dei dischi rigidi ci ha portati ormai vicino al limite inferiore tollerabile: quando infatti il numero di domini che definiscono un singolo bit si è avvicinato all’ unità e la loro area è dell’ ordine di pochi nanometri quadri, l’ energia termica del sistema è diventata ormai paragonabile all’ energia magnetica ed è sufficiente un tempo brevissimo a far invertire il verso della magnetizzazione del dominio (trattasi di una fluttuazione) e perdere in questo modo l’ informazione contenuta.

La lettura dell’ informazione magnetica in passato veniva affidata a testine induttive, avvolgimenti di rame miniaturizzati in grado di rilevare la variazione del flusso del campo magnetico statico al transitare della testina tra un bit ed il successivo, secondo il principio di induzione magnetica.
L’ evoluzione che la spintronica ha portato nelle case di tutti sono state le testine magnetoresistive, basate su un dispositivo, la spin-valve, in grado di variare resistenza al mutare dell’ intensità del campo magnetico.
Il vantaggio dato da queste testine risiede nella loro sensibilità, migliore rispetto alle vecchie testine induttive, e nella loro dimensione ridottissima, cosa che consente di seguire il passo delle evoluzioni verso il nanometro per quanto riguarda l’ area di un singolo bit. Infine, il prossimo futuro vedrà protagoniste della scena le testine di lettura basate sulle magnetic tunneling junction, MTJ.

venerdì 20 novembre 2009

Disco Rigido

I dati sono generalmente memorizzati su disco seguendo uno schema di allocazione fisica ben definito in base al quale si può raggiungere la zona dove leggere/scrivere i dati sul disco. Uno dei più diffusi è il cosiddetto CHS acronimo per il termine inglese Cylinder/Head/Sector (Cilindro/Testina/Settore); in questa struttura i dati sono memorizzati avendo come indirizzo fisico un numero per ciascuna delle seguenti entità fisiche:



Struttura della superficie di un piatto:
A) Traccia
B) Settore
C) Settore di una traccia
D) Cluster, insieme di settori contigui


Piatto
un disco rigido si compone di uno o più dischi paralleli, di cui ogni superficie, detta "piatto" e identificata da un numero univoco, è destinata alla memorizzazione dei dati.
Traccia
ogni piatto si compone di numerosi anelli concentrici numerati, detti tracce, ciascuna identificata da un numero univoco.
Cilindro
l'insieme di tracce alla stessa distanza dal centro presenti su tutti i dischi è detto cilindro. Corrisponde a tutte le tracce aventi il medesimo numero, ma diverso piatto.
Settore
ogni piatto è suddiviso in settori circolari, ovvero in "spicchi" radiali uguali ciascuno identificato da un numero univoco.
Blocco
L'insieme di settori posti nella stessa posizione in tutti i piatti.
Testina
Su ogni piatto è presente una testina per accedere in scrittura o in lettura ai dati memorizzati sul piatto; la posizione di tale testina è solidale con tutte le altre sugli altri piatti. In altre parole, se una testina è posizionata sopra una traccia, tutte le testine saranno posizionate nel cilindro a cui la traccia appartiene.

Questa struttura introduce una geometria fisica del disco che consta in una serie di "coordinate" CHS, esprimibili indicando cilindro, testina, settore. In questo modo è possibile indirizzare univocamente ciascun blocco di dati presente sul disco. Ad esempio, se un disco rigido si compone di 2 dischi (o equivalentemente 4 piatti), 16384 cilindri (o equivalentemente 16.384 tracce per piatto) e 16 settori di 4096 byte per traccia, allora la capacità del disco sarà di 4×16384×16×4096 byte, ovvero 4 GiB.

Il fattore di interleaving è il numero dei settori del disco rigido che si deve saltare per leggere consecutivamente tutti quelli della traccia. Ciò dipende strettamente dalle caratteristiche prestazionali del disco rigido stesso, cioè dalla velocità di rotazione del disco, dal movimento dei seekers con le relative testine e dalla velocità di lettura-scrittura della stessa testina.

Tale processo è stato introdotto poiché inizialmente le cpu, che ricevevano e rielaboravano i dati letti, compivano queste azione ad una velocità inferiore della velocità di lettura/scrittura sul disco rigido, quindi, una volta rielaborati i dati provenienti da un settore, la testina si troverebbe già oltre l'inizio del settore successivo. Alternando i settori in modo regolare e leggendoli secondo lo specifico interleaving factor, si velocizzava il disco rigido e il calcolatore. I moderni dischi rigidi non necessitano di interleaving.



giovedì 19 novembre 2009

Importante: Firmware Hard Disk Sagate

Un problema di firmware è stato rilevato su un piccolo numero di Hard Disk Seagate (delle famiglie Barracuda 7200.1, Barracuda ES.2 SATA e DiamondMax 22) che può portare, dopo uno spegnimento e riaccensione, alla non disponibilità d’accesso ai dati. Seagate ha, per questo motivo, rilasciato un aggiornamento del firmware di questi prodotti, che potete trovare su questo link:

http://seagate.custkb.com/seagate/crm/selfservice/search.jsp?DocId=207931

PS: L’aggiornamento del firmware di un Hard Disk non è certamente una cosa da fare con leggerezza e senza competenza. Si raccomanda prima di procedere ad un backup esterno dei dati contenuti in esso e comunque di farlo fare a personale esperto

Il Firmware

Il firmware è un programma, inteso come sequenza di istruzioni, integrato direttamente in un componente elettronico nel senso più vasto del termine (integrati, schede elettroniche, periferiche). Lo scopo del programma è quello di avviare il componente stesso e consentirgli di interagire con altri componenti tramite l'implementazione di protocolli di comunicazione o interfacce di programmazione.

Quando si parla di firmware per una scheda elettronica (come una scheda di espansione per computer) questo generalmente trova posto all'interno di una memoria ROM o flash. Quando invece il firmware è integrato all'interno di un processore (come ad esempio il Pentium4) in italiano viene detto anche microcodice.

Il termine deriva dall'unione di "firm" (stabile) e "ware" (componente), indica che il programma non è immediatamente modificabile dall'utente finale e che si tratta del punto di incontro fra componenti logiche e fisiche, ossia fra hardware e software.

Il firmware forse più conosciuto in ambito informatico (anche ai non addetti ai lavori) è quello della scheda madre, chiamato comunemente BIOS e responsabile del corretto avvio del computer, ma quasi sempre sono dotati di proprio firmware anche i singoli componenti di un computer, come dischi fissi, lettori o masterizzatori di CD e DVD, schede di espansione in genere.


Approndisci argomento: corruzione firmware

venerdì 13 novembre 2009

Maxtor: Causa perdita dati


Alcuni dei problemi più comuni che riscontriamo con le unità Maxtor sono i seguenti:

La corruzione del firmware:

Pprobabilmente il problema più comune identificato dai nostri ingegneri su dischi Maxtor. Questo è normalmente diagnosticato quando il BIOS identifica il disco in modo errato. Se viene visualizzato il nome del modello Maxtor elencato non correttamente nel BIOS probabilmente significa che il firmware è stato sostituito con un altro da un modello non compatibile.

Abbiamo notato questo problema con molte unità Maxtor, più comunemente la serie DiamondMax in cui la descrizione errata viene mostrata come:

“MAXTOR N40P” su DiamondMax Plus 8
“MAXTOR CALYPSO” III su DiamondMax Plus 9
“MAXTOR FALCON” su DiamondMax 10

Problema di Lettura / scrittura delle testine per corruzione della pista di servizio:

Quando la funzione di raffreddamento è difettosa l’unità può raggiungere temperature superiori al livello massimo consigliato. Tipica conseguenza di questo tipo di guasto è il rappresentato dal rumore mettalico interno al disco provocato dalla testina non più in grado di funzionare correttamente.

Elettronica:

Un errore di elettronica si sviluppa sulla scheda del controller. Quando questo si verifica, l’unità sembra essere completamente inutilizzabile e non verrà rilevata dal BIOS.

I confini del settore non corretti:

In questo caso, il disco viene visualizzato correttamente nel BIOS, ma viene anche visualizzato un messaggio di errore come: “RAW” in Windows o “Il disco non è leggibile da questo sistema” in Mac OS X.

Qualsiasi software di recupero dati non sarà in gradi di recuperare i file e ogni richiesta sul disco rigido darà come risultato “confini del settore non corretti” oppure genererà messaggi di errore AMNF (Address Mark Not Found) . Ciò è causato dal danneggiamento dei dati nella zona di servizio del disco rigido . Correggendo questa corruzione consente normalmente l’accesso ai dati persi.

Se il vostro hard disk Maxtor si è danneggiato, o sembra sul punto di farlo, si consiglia di spegnere l’unità e contattarci subito per una valutazione e diagnosi.

giovedì 12 novembre 2009

Tecnologia Hard Disk

Descrizione

Il disco rigido è costituito fondamentalmente da uno o più dischi in alluminio o vetro, rivestiti di materiale ferromagnetico in rapida rotazione e da due testine per ogni disco (una per lato), le quali, durante il funzionamento "volano" alla distanza di poche decine di nanometri dalla superficie del disco leggendo e scrivendo i dati. La testina è tenuta sollevata dall’ aria mossa dalla rotazione stessa dei dischi che può superare i 15.000 giri al minuto; attualmente i valori standard di rotazione sono 5.400, 7.200, 10.000 e 15.000 giri al minuto.

Storia
Coppia di testine posizionate all’ estremità dei due braccetti mobili di lettura, mancando il disco, risultano a contatto una con l’ altra. L' hard disk è stato inventato nel 1956 dall’ IBM. Il primo prototipo era costituito da 50 dischi del diametro di 24 pollici (circa 60 cm) e poteva immagazzinare circa 5 megabyte di dati. Era grande quanto una lavatrice. La denominazione originaria era fixed disk (disco fisso), il termine hard disk (disco rigido) nacque intorno al 1970 per contrapposizione coi neonati floppy disk (dischetti).

Nel 1963 sempre IBM ideò il meccanismo di sollevamento della testina mediante l’ aria. Nel 1973 IBM introdusse il modello 3340 Winchester, così denominato per analogia con il popolare modello di fucile ".30-30 Winchester" poiché era dotato di due dischi da 30 MB l’ uno; questo nome entrò nell’ uso comune come sinonimo di disco rigido perché questo modello fu il predecessore di tutti i dischi rigidi moderni.

Il primo modello per personal computer fu il Seagate ST-506 prodotto da Seagate Technology nel 1980, aveva una capacità di 5 MB, diametro di 5,25 pollici ed era dotato di motore passo-passo per il movimento delle testine (il controllo voice coil arriverà solo qualche anno dopo). Questo modello equipaggiava i personal computer AT&T con processore 286 prodotti negli stabilimenti Olivetti di Scarmagno, in seguito alla collaborazione della società di Ivrea con la multinazionale americana. Contemporaneamente, la società OPE (Olivetti Peripheral Equipment), una consociata Olivetti, forniva i dischi rigidi per i computer M24; storicamente questa società fu l’ unica in Europa a impegnarsi nel progetto, sviluppo e produzione di questo tipo di periferica.

Caratteristiche prestazionali
Disco rigido da 8 GigaByte smontato nelle sue componentiI dischi rigidi moderni hanno capacità e prestazioni enormemente superiori a quelle dei primi modelli ma poiché nel frattempo la velocità e le prestazioni delle memorie ad accesso casuale (RAM e ROM) sono aumentate molto di più, la loro velocità nella lettura e scrittura dei dati restano comunque di diversi ordini di grandezza, al di sotto delle prestazioni della RAM e della componentistica a stato solido che equipaggia un computer. Per questo motivo il disco rigido è spesso la causa principale del rallentamento di un computer soprattutto quando, a causa di una memoria RAM inferiore alla memoria virtuale richiesta dai programmi in esecuzione, il sistema operativo è costretto ad effettuare un gran numero di operazioni di swap tra il disco e la memoria centrale.

Le caratteristiche principali di un disco rigido sono:

la capacità
il tempo di accesso
la velocità di trasferimento
La capacità è in genere espressa in gigabyte (GB). I produttori usano i gigabyte decimali, invece delle approssimazioni per potenze di due usate per la memoria. Questo significa che la capacità di un disco rigido è in realtà un poco più piccola di quella di un modulo di memoria con la stessa capacità, e lo scarto aumenta all’ aumentare delle dimensioni. Quando la capacità è espressa in GB, il fattore di correzione è di (1000/1024)3, pari a circa 0,93, per cui un disco rigido da 320 GB ha una capacità effettiva di circa 298 GiB. Attualmente (luglio 2009) i dischi rigidi si trovano in vendita con capacità fino a 1.5 TB. Alcune aziende accoppiano più dischi in un unico box per arrivare a capacità di 7,5 TB ma si tratta di un espediente, ad es: Lacie Big Disk, Maxtor Shared Storage, etc. La capacità può essere aumentata incrementando la densità con cui le informazioni vengono memorizzate sui piattelli che compongono l’ harddisk o impiegandone un numero maggiore. La rincorsa a unità sempre più capienti non conosce soste, attualmente l’ unità più capiente è la Seagate "7200.12" da 1.5 TB. Parallelamente scende anche il costo per GB, il prezzo di questa unità è inferiore a 150,00€.

Il tempo di accesso è la variabile più importante nel determinare le prestazioni di un disco rigido, conoscendo il modello, facilmente si può risalire ai dati tecnici dell’ unità, compreso il tempo di accesso, purtroppo molti produttori di computer non menzionano questo dato, e a volte nemmeno la marca né il modello. Si tratta del tempo medio necessario perché un dato, residente in un punto casuale del disco, possa essere reperito. Il tempo impiegato dipende dalla velocità della testina a spostarsi sulla traccia dove risiede il dato e dalla velocità di rotazione del disco; maggiore è la velocità e più breve è il tempo impiegato dal dato a ripassare sotto la testina nel caso questa non fosse arrivata in tempo sul dato, durante la rotazione precedente (latenza rotazionale). I produttori cercano perciò di realizzare testine sempre più leggere (che possono spostarsi più in fretta perché dotate di minore inerzia) e dischi che girano più velocemente. Il tempo di accesso tipico per un disco rigido di da 7200 rpm è di circa 9 millisecondi. Per uno da 15.000 rpm è inferiore a 4 ms.

La velocità di trasferimento è la quantità di dati fornita dall’hard disk in un determinato tempo (in genere si prende 1 secondo come riferimento). Usare dischi che ruotino più velocemente o incrementare la densità di memorizzazione porta ad un miglioramento diretto della velocità di trasferimento. Va ricordato che la velocità di trasferimento cala in modo proporzionale al numero di discontinuità nei settori che compongono il file ricercato (vedi frammentazione).

Oltre alle tre viste sopra, altre caratteristiche influenzano in misura minore le prestazioni di un disco rigido. Tra queste:

il buffer di memoria
la velocità dell’ interfaccia
Il buffer è una piccola memoria cache (in genere di alcuni megabyte) posta a bordo del disco rigido, che ha il compito di memorizzare gli ultimi dati letti o scritti dal disco. Nel caso in cui un programma legga ripetutamente le stesse informazioni, queste possono essere reperite nel buffer invece che sul disco. Essendo il buffer un componente elettronico e non meccanico, la velocità di trasferimento è molto maggiore, nel tempo, la capacità di questa memoria è andata sempre aumentando, attualmente 32 MB sono una dimensione abbastanza usuale.

L’ interfaccia di collegamento tra il disco rigido e la scheda madre (o, più specificatamente, il controller) può influenzare le prestazioni perché specifica la velocità massima alla quale le informazioni possono essere trasferite da o per il disco. Le moderne interfacce tipo ATA133, Serial ATA o SCSI possono trasferire centinaia di megabyte per secondo, molto più di quanto qualunque singolo disco fisso possa fare, e quindi l’ interfaccia non è in genere un fattore limitante. Il discorso può cambiare nell’ utilizzo di più dischi in configurazione Raid, nel qual caso è importante utilizzare l’ interfaccia più veloce possibile, come per esempio la Fibre Channel da 2 Gb/s.

mercoledì 11 novembre 2009

Fujitsu: causa perdita dati



I guasti del disco Fujitsu sono spesso riparabili, è essenziale però non tentare di sostituire una scheda elettronica difettosa con una di un Hard Disk funzionante, anche se apparentemente compatibile. Le informazioni sulla scheda sono specifiche per l’hard disk stesso e non funzioneranno su altri dischi dello stesso identico modello. Quel che è peggio è che la sostituzione integrale della scheda, può causare guasti meccanici e drammaticamente aumentare il rischio di rendere irrecuperabili i dati.

Non appena si sospetta che un disco Fujitsu è sul punto di guastarsi, immediatamente spegnere l’unità e rimuoverla dal sistema. Prima si spegne l’hard disk, maggiori sono le possibilità di recupero dati.

Tags: fujitsu, guasti comuni, hard disk, perdita file

Toshiba: Causa perdita dati


Non vi è alcun segnale definibile di avvertimento prima che un disco Toshiba smetta di funzionare. Si può notare un deterioramento delle prestazioni prima del crash del disco rigido, ma questo potrebbe variare da pochi giorni a pochi secondi prima del guasto completo. Un tratto distintivo di Toshiba, è un caratteristico suono anomalo che può essere ascoltato poco prima che il disco smetta di funzionare. E’ anche comune percepire il suono del tentativo del motore di avviarsi ripetitivamente senza successo. Le unità Toshiba, possono anche subire abrasioni superficiali causati dalle testine esposte a calore eccessivo, queste inizieranno ad aderire alla superficie del disco graffiando la superficie danneggiando in maniera irreparabile diversi settori, fino a rendere impossibile il recupero dati.

Nei modelli Toshiba MKGAS e MKGAX un motivo comune di guasto è rappresentato dal consumo dei cuscinetti del rotore che portano al suo grippaggio. Una volta grippato il motore c’è il rischio accendendo che le testine vadano a contatto con i piatti. In questi casi è sempre meglio spegnere immediatamente l’hard disk ed inviarlo per un intervento in camera bianca.

I sintomi tipici di imminente perdita dei dati in Hard Disk Toshiba

* Deterioramento della performance
* Guasto improvviso del disco rigido
* L’unità non è accessibile, anche se ancora funzionante
* Il BIOS riconosce l’unità, ma un messaggio di di errore compare successivamente
* Un suono anomale proviene dall’interno del disco
* Il motore non riesce a partire

Sebbene gli hard disk Toshiba dimostrino in genere un’ottima affidabilità, quando si verifica un problema, può spesso rivelarsi disastroso per i dati che si trovano nel disco rigido. Qualora si verifichino problemi sopradescritti, contattaci subito prima di rischiare una completa perdita di dati.

Tags: guasti comuni, hard disk, perdita file, toshiba

IBM-Hitachi Causa perdite dati

IBM – Hitachi – Cause perdite dati drive portatili

Hitachi Notebook e drive portatili

L'esperienza Recovery Italia con la tecnologia Hitachi ci porta a notare che i problemi più comuni rilevati con le unità TravelStar sono:

* Improvviso guasto del disco rigido
* Hard disk inaccessibile, ma ancora fisicamente funzionante
* Il BIOS riconosce l’unità, ma l’avviso di fallimento dell’unità viene visualizzato
* Deterioramento della performance
* Rumore interno testine
* Rumore proveninente dal tentativo ripetitivo del motore di partire

Hitachi ha fatto molto bene nel mercato dei portatili in quanto ha messo in vendita la prima unità TravelStar nel 1991. I loro prodotti le hanno garantito in modo veloce una reputazione per prestazioni e basso consumo energetico. Soprattutto, sono stati generalmente affidabili. La tecnologia Hitachi HiVERT applicata alla gamma di prodotti Travelstar, diminuisce il consumo di energia ad un livello che fornisce un ambiente operativo fresco, permettendo così una vita più lunga per l’unità.

Quando unità disco fisso Travelstar si guasta, di solito è perché le testine del disco si danneggiano. In tale situazioni l’unità deve essere aperta direttamente in un ambiente ad atmosfera controllata in assenza di polvere ove sostituire la parte danneggiata e rimettere in funzione il disco. Offriamo una alta percentuale di successo in questi casi di recupero dati.

Se si hanno problemi con un disco IBM / Hitachi, consigliamo di chiamare senza indugio. Questi modelli sono più inclini alla guasti fatali improvvisi di quelli di altre marca.

Tags: guasti comuni, hard disk, hitachi, IBM, Perdita file